Affollata quanto lo permettevano i regolamenti di distanziamento sociale, si è tenuta nei giorni scorsi alla libreria Ubik di Como la presentazione (inizialmente prevista per la primavera, per iniziativa di WiWS Women in White e presentata da Paola Minussi) del nuovo libro della dott.ssa MariaGiovanna Luini “La via della cura”. Affollata soprattutto di donne, storicamente più sensibili a queste tematiche forse per il nostro legame con la natura, con le sue energie, e per l’ “abitudine” a prenderci cura degli altri: che è poi la vocazione di MariaGiovanna Luini.
Si ripercorre brevemente lo sviluppo professionale: dalla medicina (è chirurgo senologo allo IEO di Milano con vari master e specializzazioni, per 17 anni stretta collaboratrice di Umberto Veronesi) alle discipline di cura specialmente orientali e sudamericane (dal reiki al voodoo), ed ora la quadratura del cerchio con una specializzazione in psicoterapia psicosomatica “perché la gente viene da me soprattutto per parlare”. E poi ci sono i libri: “Io sono come tutti un insieme di energie che oggi si esprime in un modo e domani in un altro” spiega con naturalezza, “Nessuna donna è una cosa sola, mai” rivendicando la libertà di non essere schiava di una definizione.
Racconta poi di un dono che va oltre la sua invidiabile preparazione professionale, quello di vedere delle cose non esattamente con gli occhi fisici: “Mi è sempre capitato che mi arrivassero consapevolezze che mi dicono qualche cosa: una diagnosi, oppure qualcosa che sta per accadere… è un nostro modo di leggere la realtà in maniera meno evidente. L’illuminazione c’è, non si cerca, arriva e basta. Si è liberi di credere o meno”. Come quando le succede di intuire una malattia davanti a esami clinici che non la rivelano, davanti a una persona apparentemente sana; o come quando ha ‘saputo’ la data esatta di morte dell’adorato papà, medico che le ha insegnato tanto.
“Fa parte del nostro sistema energetico. Sono fenomeni che hanno tutti, ma magari parcheggiati in zone della consapevolezza poco pericolose…”
Il discorso passa poi sul libro nei suoi vari capitoli, incentrati sul ‘fare’, sul ‘dire’, sul silenzio ecc. Ogni capitolo indica un esercizio psicologico per trovare e attivare il proprio “Guaritore interiore”. Uno dei concetti fondamentali è che la parola guarisce ma può anche uccidere (un’amica della dottoressa, dopo aver tanto combattuto la malattia, si lasciò andare e volò via in un paio di giorni dopo che le parole sbagliate le avevano tolto speranza e voglia di lottare…). Vi è poi grande attenzione al silenzio, per il potere connettivo e salvifico della connessione con l’anima.
In tutte le parti del mondo ci sono vie di cura interiore, e le più efficaci prevedono nel primo periodo proprio il silenzio; necessario anche per il recupero delle forze (tanto più con un lavoro come il suo)… per scrivere libri… per ‘vedere’ l’altro. C’è una creatività che nasce da queste “solitudini dinamiche”, ad es. quando si è in auto da soli e si può pensare, si ride, si piange (“Ecco perché non mi trucco mai” prima del viaggio, rivela con la sua dolce simpatia MariaGiovanna, che si porta qualche prodotto per provvedere poi all’arrivo! ).
Un’altra raccomandazione: ricordarsi di aver bisogno di tutti i lati di noi stessi (non dobbiamo per forza essere sempre brave, creative, positive…): “L’Ombra c’è e ci serve”; “In solitudine amalgamare meglio ombra e luce, e manifestare la nostra ombra. Noi creiamo anche dal nero, anche dal tormento”. Reprimere e negare questi aspetti diventa altrimenti uno squilibrio psicofisico. Ovvio che racconti anche delle pazienti che le assicurano “Sono stata brava, non ho pianto” davanti alla diagnosi di cancro: mentre avrebbero, sostiene con forza, tutti i diritti di piangere, di urlare, di essere furibonde…
Ma vediamo qualche capitolo del libro: “Fare”. Più facciamo con le mani, meno è possibile andare in loop mentale: c’è il disinnesco dell’ossessione, della ripetitività, mentre è possibile pensare. Lei ad esempio si “sfoga” creando unguenti, e poi mettendoseli in un’azione di auto-cura. Nel libro suggerisce un semplicissimo impasto di farina, da lavorare con le mani e poi buttare.
Altra tappa fondamentale: “Perdonare”. L’amore e il perdono non sono legati a una religione. “E’ movimento energetico, ha a che fare con ciò che blocchiamo dentro di noi, che crea turbolenza anche nel corpo fisico.” Bisogna imparare a lasciar andare.” Occorre rilasciare energia… magari anche ballando, come succede durante le sue sedute online. “Siamo tutta energia vibratoria”.
A un certo punto nomina i suoi gatti e allora le chiediamo se, a sua esperienza, gli animali rientrino in questa via della cura. “Gli animali sono portatori di una forma di amore molto evoluta: perché incondizionato” spiega, “E sono guaritori istintivi”: e qui il discorso va sui cani che si stanno addestrando a riconoscere determinate malattie dai nostri fluidi corporei… sui gatti che si accoccolano sulla nostra parte malata… e che addirittura intuiscono quando corriamo un pericolo e spesso lo prendono su di sé. Parla qui del suo storico gatto Camillo, il più particolare dei suoi cinque, avvicinabile solo da lei, andatosene in pochissimo tempo durante la quarantena per un’affezione respiratoria simile al Covid-19. Una storia bellissima che racconterà per bene nel prossimo libro.
E ancora altri spunti: succede di negare parole che sarebbero utili per curare, per elevare la vitalità; e ci sono parole invece usate fuori contesto, ad es. cancro si usa metaforicamente per indicare altre cose e ciò provocando dolore ai pazienti oncologici. Ci sono parole affettuose spese troppo a 360 gradi, o parole critiche buttate in pubblico (anche sui social) senza considerare le conseguenze per chi ne soffrirà. Ci sono parole che possono distruggere la psiche. E ci sono parole che fanno parte del ‘segreto’ e dovremmo usare solo per coloro con cui siamo in intimità.
Ma questi sono solo alcuni dei pensieri in libertà sgorgati durante l’incontro, il terzo a cui partecipo con la dottoressa, che è frequentemente ospite di “Otto e Mezzo” proprio per la sua parola chiara, pacata e aperta, ed è autrice anche di romanzi e di un recente libro sui Tarocchi come strumento per l’introspezione e la cura. Perché tutto è bene ciò che contribuisce al bene.
MariaGiovanna Luini: La via della cura. Ventitré passi per superare le prove della vita e ritrovare l’equilibrio. Mondadori 2020, 20 euro.